Tradizioni della Pasqua

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Da nord a sud del paese la settimana che precede la domenica di Pasqua è caratterizzata da celebrazioni spesso secolari che mettono in risalto la fede popolare.

Anche Bari non è da meno, con i “Sepolcri” del Giovedì Santo (il giro delle varie chiese per visitare gli Altari della reposizione) e la processione dei Misteri del Venerdì Santo.


La Processione dei Misteri oggi


Le origini di questo rito di devozione popolare risalgono a secoli fa, e si cristallizzano nella prima meta dell’Ottocento, come racconta lo studioso Gigi De Santis (qui trovate l’intero articolo):


” Il Venerdì Santo anche a Bari è una giornata particolare. 
Già dalla metà del XVIII secolo, era famosa la processione dei Misteri denominata «Vallisa». Il corteo era organizzato dalla più antica confraternita della «Purificazione dei Frati Francescani riformati». 
Una processione analoga era organizzata, nello stesso giorno, dai frati minori osservanti di «San Pietro delle Fosse», chiesa ubicata nei pressi del porto, oggi scomparsa.
Con la soppressione degli Ordini religiosi nel Regno di Napoli del 1809, le statue dei Misteri di San Pietro delle fosse, per richiesta di un gruppo d’artigiani, furono trasferite nella chiesa di San Gregorio, parrocchia annessa alla Basilica di San Nicola. 
Così si dette continuità a organizzare la processione in antagonismo con quelli della congrega della Vallisa.
Purtroppo i frequenti disordini che si succedevano ogni anno per l’animosa rivalità fra le due confraternite, fecero intervenire l’arcivescovo mons. Michele Basilio Clary, che nel 1825 vietò di far sfilare contemporaneamente le due processioni e li fece alternare.
Negli anni pari la processione della Vallisa soprannominata in seguito dagli antagonisti: “chiangiamìuue” (piagnoni) – e no come erroneamente si scrive e si pronuncia tuttora: (“chiangiaminue”) peggio ancora (“chiangiamignue”) – perché all’uscita delle statue dalla chiesa quel giorno pioveva (quando è successo che non pioveva, il popolino asseriva che la processione dei Misteri nasceva sotto un cattivo auspicio).
Negli anni dispari è la volta della processione di San Gregorio detta “vendelùse” (ventosi) perché all’uscita delle immagini dalla chiesa, sempre secondo un’antica credenza popolare, soffia vento spazzando le nuvole e non piove. ”

da “La semana sande” di Gigi De Santis (Bari Don Dialetto – Lingua – Storia – Folclore)


Anche i bambini della città vecchia partecipavano ai riti, spesso seguendo la processione vestiti da “uerrìire”, guerrieri, piccoli soldati romani in miniatura.
Nella foto qui sotto mio nonno paterno Carlo Lavopa, vestito da soldato nei primi anni 20 del Novecento.


“U uerrìire” , bambino vestito da soldato romano (1920 circa)


Fonte testo: “La semana sande” di Gigi De Santis (Bari Don Dialetto – Lingua – Storia – Folclore)
Fonte immagine: Archivio privato famiglia Lavopa


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