Sì! I tuoi antenati erano ebrei!

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“Se con una bacchetta magica potessimo scorrere tutto il nostro albero genealogico nel corso dei secoli troveremmo di tutto”


Tanti si approcciano alla genealogia nel tentativo di confermare con i documenti storici le storie relative ai loro antenati tramandate in famiglia.

In questo campo il primo posto per distacco riguarda le storie relative alla presunta nobiltà di questo o quell’avo, storie che spesso si rivelano leggende di alcun fondamento.

Ma ad insediare questo primato emerge sempre più un’altra tendenza: la ricerca di antenati ebrei.

Tendenza alquanto recente credo: infatti se per gli antenati nobili anche i nostri nonni e bisnonni abbozzavano genealogie fantasiose e pagavano studi araldici truffaldini per diplomi fasulli, dubito che un secolo fa e più ci fossero molte persone che millantassero presunte origini ebraiche (a parte quelli che le avevano veramente s’intende), specialmente in una società come la nostra dove l’antisemitismo ha radici secolari.

E allora da cosa deriva questa tendenza? Perchè alcune persone desiderano fortemente risalire a presunti antenati di origine ebraica?

Il motivo di fondo per me è sempre lo stesso: la genealogia rimanda innanzitutto alla nostra ricerca costante di un’identità (storica e familiare in questo caso), e quale identità più forte se non quella del popolo ebraico, popolo identitario per eccellenza.

Come per gli antenati nobili, anche qui da genealogista dico: che figata avere antenati ebrei! Ho avuto modo di sperimentarlo con una ricerca su di una famiglia della comunità ebraica sefardita di Livorno: nel giro di poche generazioni si viaggiava costantemente da un paese all’altro, dalla Londra ottocentesca alle coste del Marocco, per rimontare agli ebrei del ghetto di Roma nel Seicento. E trovare una ketubah (gli accordi prematrimoniali) finemente decorata relativa ai propri avi è meraviglioso, ha un tocco speciale di esotismo, specialmente per chi è cresciuto in una cultura completamente diversa.


Ancona, 1776. Una ketubah finemente decorata (British Library 12377M)


Tuttavia la questione non è così semplice, alla luce della storia della popolazione ebraica nel nostro paese. Ad esempio se mi contattano delle persone del sud Italia ricordo loro che formalmente nel Regno di Napoli non ci sono ebrei dal 1540 in poi: con le politiche repressive inziate in Spagna nel 1492 e portate a compimento anche nelle province napoletane, la maggior parte si convertì forzatamente al cristianesimo, gli altri furono costretti ad emigrare.

I convertiti forse non alla prima, non alla seconda ma dalla terza generazione si integrarono in tutto e per tutto al resto della popolazione. L’idea che cultura ed usanze si siano tramandate di nascosto per generazioni e generazioni non ha alcun fondamento storico. Lo so perchè aspetti anche importanti si “dimenticano” nel giro di due/tre generazioni, figuriamoci dopo secoli!

Poi c’è la questione dei cognomi di presunta matrice ebraica, come quelli relativi a città: si dice infatti che gli ebrei convertiti prendevano il cognome della città in cui si trovavano. Questo è vero, ma esistono anche semplicemente i cognomi toponomastici, che riguardano tutta la popolazione e non solo gli ebrei.


Altamuta, 1728. Battesimo di Antonio Maria Biton “nato ebreo” (Archivio diocesano di Altamura)


Ad ogni modo possiamo dire senza paura di essere smentiti che tra la miriade di nostri avi vi sono certamente degli ebrei, vista la presenza di floride comunità nelle contrade italiane sin dall’epoca romana. Arrivare ad individuarli attraversi alberi genealogici esaustivi e documenti storici, questo è un altro paio di maniche!

D’altronde se con una bacchetta magica potessimo scorrere tutto il nostro albero genealogico nel corso dei secoli troveremmo di tutto: ebrei e arabi, normanni e vichinghi (se preferite il genere nordico), longobardi e bizantini, ostrogoti, visigoti, vandali e tutti gli altri popoli che ci hanno causato incubi mentre studiavamo storia romana, di greci e galli (nelle loro miriadi di popolazioni) non ne parliamo, le popolazioni italiche di vario genere ovviamente e dulcis in fundo anche degli avi che non appartengono alla nostra specie: in questi anni i genetisti hanno dimostrato che un po’ di DNA proveniente dai neanderthal è presente in tutti noi europei moderni!




L’importanza di conoscere i nostri antenati


Alla luce di quanto detto sinora emerge chiaramente l’importanza di ricostruire in maniera rigorosa e documentata la propria storia familiare, attraverso lo studio dei documenti storici sui nostri avi:

👉 per saperne di più su chi siamo e quali sono le nostre origini
👉 perconoscere i nostri Padri e le nostre Madri per quello che erano realmente, nelle cose belle e meno belle
👉 per fare pace con dei traumi che possiamo portare in noi, anche inconsciamente


Invito quindi tutti a cimentarsi in questa impresa, oggi gli strumenti per farlo ci sono. Se vorrete affidare la ricerca sulla storia della vostra famiglia a mani esperte e a un cuore appassionato sarà per me un onore e una gioia accompagnarvi in questo viaggio meraviglioso sulle tracce dei vostri antenati.





VUOI CONOSCERE LA VERA STORIA DEI TUOI ANTENATI?





Il cofanetto delle ricerche (© Storiedifamiglia)




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