Malati di nobiltà

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“Se ti serve la sentenza di un tribunale per dimostrare che i tuoi antenati erano nobili, allora i tuoi antenati non erano nobili!”


Uno dei motivi ricorrenti per cui le persone mi contattano è per scoprire se hanno o meno antenati nobili, o per verificare una storia tramandata in famiglia che parla di questo.

Nulla di male in sé: la genealogia rimanda innanzitutto alla nostra ricerca costante di un’identità (storica e familiare nel nostro caso), ed è molto più affascinante figurarci i nostri avi come persone note, con un titolo che li definisca, uno stemma che li rappresenti, un lignaggio secolare in cui riconoscersi, che non come tanti uomini e donne ordinari persi nei meandri della storia.

Sin dalla notte dei tempi gli esseri umani sono alla ricerca di un radicamento forte: accade a noi, nati in un periodo in cui i titoli nobiliari non hanno più alcuna rilevanza giuridica (in Italia dal 1948), accadeva ai nostri genitori e nonni (“mio nonno diceva che etc.”, “secondo le ricerche fatte dal mio bisnonno etc.”), ed è sempre accaduto sin dalle genealogie “mitiche” delle case reali, quelle delle famiglie romane, della Bibbia ecc.

Da storico aggiungo: che figata avere antenati nobili! La quantità e varietà di documenti storici disponibili sui nostri antenati varia col variare del loro status sociale ed economico, questo è innegabile.


Solo che i miei antenati, i tuoi antenati, gli antenati di chi dice di avere antenati nobili, il più delle volte non erano affatto nobili!


E’ una questione di statistica e di probabilità. I nobili in tutte le loro forme (di cosa sia la nobiltà e quali siano le sue forme storiche ne parleremo un’altra volta) rappresentano una percentuale minima della popolazione esistente in un dato luogo e tempo. Questo è un dato statistico ampliamente studiato dagli storici e verificabile a seconda delle diverse coordinate spazio temporali di nostro interesse.




Che tra questi pochi nobili vi siano anche i nostri antenati è invece improbabile, più o meno a seconda dei casi. Questo è un aspetto che sfugge ai più: un titolo nobiliare è il risultato di dinamiche storico-familiari di lunga durata (spesso secoli), non viene assegnato in maniera casuale con una lotteria annuale indetta dal re! Semplifico in maniera brutale: se il tuo bisnonno era un contadino incapace di leggere e scrivere è altamente improbabile che suo nonno fosse un conte, un barone o simili! Non trovi?

Invece uno dei luoghi comuni che più ricorrono nelle storie familiari è questo: “il mio antenato era ricco e nobile ma a seguito di questo o quello ha perso tutto”. Vi do una notizia: i titoli nobiliari non si perdono giocando a carte o perché si è donnaioli! Certo vi possono essere alcune casi più unici che rari, ma nell’ordinario la mobilità sociale era alquanto limitata, anche su un periodo lungo più secoli.

Molti mi contattano per verificare se la storia tramandata in famiglia circa le origini nobili di alcuni avi sia vera. Personalmente non amo lavorare sfruttando le credenze errate delle persone, al contrario voglio educarle alla bellezza della ricerca genealogica e pertanto il più delle volte la mia risposta suona così:


“date le info di partenza è alquanto improbabile che i tuoi antenati siano realmente stati dei nobili, ma possiamo verificarlo assieme tramite una rigorosa ricerca storica su di loro. Al ‘peggio’ avrai scoperto chi erano veramente, come si chiamavano, cosa facevano i padri dei tuoi padri, le madri delle tue madri, le persone a cui devi la tua vita.”


L’albero genealogico personalizzato (© Storie di famiglia)


Per fortuna i documenti storici parlano di tutti i nostri antenati, siano essi nobili o meno.

Qualcuno potrebbe essere un po’ deluso nello scoprire che quella leggenda familiare si sia rivelata infondata, ma comunque tutti sono contenti di aver potuto conoscere i loro veri antenati. D’altronde già l’interrogarsi e il voler verificare se tali leggende siano fondate mostra una apertura verso la conoscenza non da poco.

Accanto a queste persone, la grande maggioranza, vi sono i cosiddetti “malati di nobiltà”. Per loro le storie circa gli antenati nobili non sono un mezzo per approcciare la storia familiare, ma il fine ultimo di tutto: i loro antenati devono essere nobili per forza, in un modo o nell’altro.

Qui troviamo di tutto: da quelli in buona fede che credono ciecamente in quanto è stato detto loro, ai ciucci e presuntuosi, a cui puoi mostrare con documenti storici alla mano che stanno dicendo un sacco di fesserie ma non si schioderanno mai dalle loro convinzioni. D’altronde numerose persone credono sinceramente che la terra sia piatta, che sarà mai l’identità di un antenato accertata da un atto storico!

Ma la crème de la crème sono i legalisti: quelli che rivendicano i loro presunti titoli e natali più o meno illustri appellandosi a sentenze e pronunciamenti di autorità varie. Non credereste quante persone si sono inventate (o hanno “ereditato” dai loro genitori e nonni) titoli pomposi di vario genere. Solo su facebook potete trovare nientemeno che diverse “altezze imperiali” eredi di questo o quell’Impero o casata reale, che hanno fondato ordini cavallereschi di ogni genere, che possono mostrarvi addirittura sentenze di tribunali (ahimè vere, ma non per questo veritiere) a sostegno di quanto dicono (perché i semplici atti di stato civile relativi ai loro avi dicono tutt’altro). Con i loro fantomatici ordini cavallereschi vendono titoli e onorificenze farlocche, anche dottorati all’occorrenza, agli altri malati di nobiltà, quelle persone pronte a credere a tutto (e a spendere qualunque cifra) pur di poter sfoggiare un preudo-titolo nobiliare, un predicato qualsiasi, uno stemma familiare.




La cosa peggiore è che tra truffatori e truffati il confine è sottile. Pochi si sono seduti a tavolino e hanno detto vediamo come fregare soldi facili ai creduloni! No, anche i truffatori sono così convinti delle storie da loro proposte da crederci veramente, e sono pronti ad elargire le basi di altre storie inventate a chi vorrà dar loro credito (certo, pagandole profumatamente!). Contenti loro…

Ma la genealogia e la ricerca storica non possono essere confuse con questo ciarpame!

Se siete appassionati di nobiltà, araldica e storie familiari studiate e dedicatevi a ricerche serie, senza prendervi in giro e prendere in giro altre persone. Per prima cosa siate appassionati della verità storica e abbiate rispetto per i vostri antenati, quelli realmente esistiti, che con le loro vite più o meno stra-ordinarie vi hanno permesso in qualche modo di essere qui. Se imparerete a conoscerli non potrete fare a meno di saperne sempre più su di loro, siano essi re o gli ultimi tra gli ultimi! Questo è lo scopo principale della genealogia, il resto viene dopo.

p. s. : se proprio ci tenete ai vostri antenati nobili sappiate che li abbiamo tutti, come dimostrato dallo studio dello statistico di Yale J. Chang, secondo cui tutti noi europei discendiamo in un modo o nell’altro dall’imperatore Carlo Magno. Tra i nostri antenati c’è di tutto e di più, anche un po’ di sangue blu!



L’importanza di conoscere i nostri antenati


Alla luce di quanto detto sinora emerge chiaramente l’importanza di ricostruire in maniera rigorosa e documentata la propria storia familiare, attraverso lo studio dei documenti storici sui nostri avi:

👉 per saperne di più su chi siamo e quali sono le nostre origini
👉 perconoscere i nostri Padri e le nostre Madri per quello che erano realmente, nelle cose belle e meno belle
👉 per fare pace con dei traumi che possiamo portare in noi, anche inconsciamente


Invito quindi tutti a cimentarsi in questa impresa, oggi gli strumenti per farlo ci sono. Se vorrete affidare la ricerca sulla storia della vostra famiglia a mani esperte e a un cuore appassionato sarà per me un onore e una gioia accompagnarvi in questo viaggio meraviglioso sulle tracce dei vostri antenati.





VUOI CONOSCERE LA VERA STORIA DEI TUOI ANTENATI?





Il cofanetto delle ricerche (© Storiedifamiglia)




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One thought on “Malati di nobiltà

  1. I would love to discuss with you or even submit an article. I actually was able to find my noble Italian roots. But how you may ask? When my grandmother Luigia Piromallo came to America in 1915 she brought her father’s ‘calling card” Nicola Piromallo “dei duchi di Capracotta” When I first researched him I found he married Emilia Caracciolo di Torchiarolo from the Princes of Torchiarolo and Princes of Avellino. All this was verified by professional genealogists and cousins in Italy

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