Ripropongo qui – per chi se la fosse persa – un’interessante intervista apparsa il 5 dicembre 2020 sulla pagina L’intervista social. Parlo di genealogia e di storie di famiglia, con un occhio particolare al contesto locale (Bari e la Puglia). Buona lettura!
In questo Sabato proponiamo, un itinerario atipico, una lunga accattivante narrazione in cui i racconti privati e le storie di famiglia si mescolano alla descrizione della storia e della cultura della città di Bari. Lo faremo nella nostra #intervistasocial in compagnia di Alessandro Lavopa, ideatore del sito www.storiedifamiglia.com. Ci accompagnerà in un sorprendente viaggio alla scoperta delle nostre radici.
Come nasce l’idea di Storie di Famiglia?
La ricerca genealogica (e più in generale la storia) è la mia passione da sempre. Dopo diversi anni passati all’estero a lavorare nel settore della valorizzazione dei beni culturali, nel 2017 sono tornato a Bari e ho deciso di trasformare questa passione in una professione. Sono fortunato: amo il mio lavoro.
In base ai tuoi studi quali sono i cognomi più comuni a Bari?
I cognomi più diffusi a Bari sono quelli noti: Lorusso, Cassano, Amoruso, Ranieri, Milella, Fiore, Fanelli, Ladisa, Armenise e Colella, solo per restare alla top 10. In assenza di dati ufficiali completi ho elaborato la classifica di tutti i cognomi baresi sulla base di un campione di popolazione residente di oltre 200.000 persone.
Al di là dei numeri, è interessante studiare la storia e l’evoluzione di questi cognomi. Sfogliando i registri di battesimi e nascite di fine ‘500 ci accorgiamo ad esempio che alcuni cognomi erano riportati in forma differente (i Lorusso erano Dello Russo, i Manzari erano Lo Mansaro, i Capriati erano Crapiati e così via), mentre altri sembrano proprio assenti in quel periodo, penso ad esempio ai Cassano.
Ci puoi raccontare se esistono discendenze famose a Bari?
Per secoli Bari è stata una città con una grande storia e tradizione, ma tutto sommato di secondo piano, anche rispetto ad altri centri della provincia e della regione. Così le famiglie nobili baresi componevano una piccola nobiltà cittadina, nonostante un passato ricco di tradizione (pensiamo alle famiglie di origine greco-bizantina come i Chiurlia i Dottula, i Calò, ecc.). La città afferma il suo ruolo preminente solo nel corso dell’Ottocento, e per questo motivo le “dinastie” baresi sono legate in primis al “negozio”, ovvero alla produzione ed esportazione attraverso il mare dell’olio e degli altri prodotti della nostra terra.
Al successo della città corrisponde il successo delle grandi dinastie borghesi (Diana, Di Cagno, Favia, Introna, Manzari, Amoruso, Milella, Scianatico, Traversa, ecc.), le cui origini sono popolari. Per me la grande capacità ed intraprendenza dei loro antenati dovrebbe essere motivo di vanto e di orgoglio per queste famiglie, ma non sempre è così. Siamo un po’ tutti “malati di nobiltà”: cerchiamo origini nobili anche laddove non ci sono, e siamo pronti a credere ad ogni sciocchezza in tal senso.
Quanto è difficile ricreare un albero genealogico?
Dipende, ogni albero genealogico è una storia a sé. Le variabili sono tantissime, in primis il luogo di origine. Per una volta essere nati al sud è un vantaggio: difatti il Regno delle Due Sicilie fu l’unico stato preunitario a mantenere lo stato civile (redazione degli atti di nascita, matrimonio e morte) anche dopo la caduta di Napoleone nel 1815. Su Bari con un po’ di fortuna si può arrivare anche alla seconda metà del ‘500 attraverso gli archivi ecclesiastici (battesimi, matrimoni e sepolture conservati presso l’Archivio capitolare in Cattedrale).
La progressiva digitalizzazione e fruizione on-line del patrimonio archivistico è di grande aiuto. Certo, serve comunque tantissima costanza e perseveranza, ma le soddisfazioni sono incredibili. Invito tutti a cimentarsi nella ricostruzione del proprio albero genealogico, iniziando dal parlare con i nostri nonni, la cui memoria storica va preservata in ogni modo.
Il Sindaco di Bari e il presidente Emiliano hanno radici lontane nella nostra città? Sono cognomi originari di Bari?
Ho avuto modo di ricostruire gli antenati di Antonio Decaro sino alla metà del ‘700. Le sue origini sono nojane, d’altronde Torre a Mare (quartiere di residenza del sindaco) sino al 1934 faceva parte del territorio comunale di Noicattaro. Due aneddoti interessanti in tal senso. Il primo è relativo al suo quinquisavolo Stefano Dicaro, morto nel 1816 a soli 35 durante l’ultima grande epidemia di peste europea che colpì proprio il piccolo centro alle porte di Bari. E’ un caso lampante di come le storie delle nostre famiglie possano aiutarci a comprendere la grande Storia.
Il secondo aneddoto riguarda la trasmissione dei nomi: il sindaco si chiama così per via di suo nonno Antonio Decaro (1892-1981), il quale aveva ereditato il nome dal proprio nonno Antonio (nato nel 1797 e morto nel 1870), che alla stessa maniera lo aveva ricevuto dal nonno Antonio Di Caro, nato a Noicattaro intorno al 1750. La secolare tradizione della trasmissione dei nomi va perdendosi, ed è un vero peccato.
Per quanto riguarda il Presidente Emiliano non saprei. Avrei voluto scrivere un articolo sulla sua genealogia in occasione della recente tornata elettorale ma non vi è stato modo. Michele se leggi questa intervista, io sono a disposizione!
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