“E così vedi un onda di popolo che or si restringe or si allarga, com’è larga la strada, per dove la processione cammina.”
Giulio Petroni, 1887
Come ogni anno ad inizio maggio Bari celebra la festa di san Nicola, santo patrono della città, ricordando la “traslazione” delle reliquie del Santo nella città adriatica, avvenuta nel lontano 1087.
La festa, oggi della durata di tre giorni (7, 8 e 9 maggio) si è cristallizzata nel corso dei secoli, unendo gli aspetti della ritualistici e la devozione popolare con la festa popolare.
Si va dalle tradizioni secolari, come la processione con la statua del Santo e la celebrazione con la raccolta della sacra Manna, a quelli decisamente più contemporanei, come lo spettacolo delle Frecce tricolore nei cieli della città.

Così lo storico Giulio Petroni racconta lo sbarco della statua del Santo e la tradizionale processione del 1887, in occasione del 900° anniversario dell’arrivo delle relique a Bari:
“L’altra festa è della sera degli otto di maggio…onde come comincia ad annottare, da un punto della riva circa a un miglio distante, due barche insieme congiunte e vagamente illuminate, traggono vogando a forza di remi una statua del santo protettore su di un altare collocata, a cui precedono gran numero di altre barche e barchette, allegrate da musicali armonie e da lumi che tremuli moltiplicansi in lunghe strisce sull’onde.
Approdate all’antico molo si reca in processione la statua per la città, sino a notte avanzata, da sola gente di mare. Le abbronzate facce di quei marinai di ogni età illuminate e rese fortemente espressive dal chiarore dei torchi nella buia nottee così composte a devota pietà fanno un bel contrasto con l’indole loro fiera ed intollerante.
Pure oggi non men proprio distinta la loro vista appare, dimesso in gran parte il vestito di costume, ch’era giubbetto di velluto nero, panciotto di panno lano scarlatto, con parecchi ordini di bottoni d’argento, calzoni di tela bianca con ciarpa di seta a vari colori stretta ai fianchi.
Ma più ti commuove a vedere una innumerevole ressa di pellegrini venuti a migliaia a visitare il santuario, con mirabile devozione cantando lor inni e litanie vi si accalcaintorno e non pure si cacciano quanto più possono sotto la base che reca la venerata statua, ma stendendo le braccia vogliono o le vesti del santo o la base stessa toccare, e ciò non potendo, tovvare almeno gli omeri a coloro che sono fortunati di toccarla.
E così vedi un onda di popolo che or si restringe or si allarga, com’è larga la strada, per dove la processione cammina.”
Tra le altre testimonianze del passato, ecco come il Corriere delle Puglie racconta la festa del 1889, in occasione del 902° anniversario della Traslazione delle relique di san Nicola da Myra a Bari.
Si elogia la banda cittadina, guidata dall’allora trentaquattrenne maestro Enrico Annoscia, soprannominato Pupe de ZZùcchere. Si sottolinea l’organizzazione e l’rodine delle giornate di festa, garantito dalle forze dell’ordine.
Si racconta anche un aneddoto interessante, una tentata “simulazione di reato” ad opera di Michele Brindicci di Terlizzi, un ingegnoso quanto sfortunato stratagemma per “quietare varii suoi creditori”.

Fonte immagine: A. Giovine, Bari d’altri tempi, Edizione fratelli Laterza, Bari, 1980, pp. 36-37.
Fonte testo: G. Petroni, Descrizione della processione della statua di san Nicola del 1887, citato da N. Lavermicocca in San Nicola di Bari e la sua Basilica, Culto, arte e tradizione. Electa, 1987, pp. 369-371.
Fonte articolo: Corriere delle Puglie, Bari, 12 maggio 1889, p. 3.