“Marcato accento napoletano, tifoso del Napoli e cultore della smorfia napoletana, mio nonno era un napoletano doc, tranne che per un piccolo particolare: non era affatto napoletano”
Quanto tempo impieghiamo per sentirci a casa in un posto nuovo? In quanto riusciamo a “mettere radici”?
Me lo sono sempre chiesto, in particolare durante gli otto anni in cui ho vissuto all’estero. Lontano da casa mi sono riscoperto italiano e barese, più che mai. Sembra un paradosso ma è così: nel mondo globalizzato di oggi riusciamo più facilmente a riscoprire e conservare la nostra identità, reinventandola continuamente.
Quello dell’identità e dell’appartenenza è un tema interessante, legato a doppio filo alla ricerca genealogica. In che maniera la storia dei nostri antenati influisce su chi siamo?
Penso a mia madre: barese doc, in tutto e per tutto. Eppure i miei nonni materni non erano nati a Bari: qui si sono conosciuti negli anni ’40, lui militare di professione, lei trasferitasi con il resto della sua famiglia (suo padre, il mio bisnonno, era una guardia carceraria).

Sarebbero bastati solo due minuti con mio nonno Antonio per avere pochissimi dubbi sulla sua provenienza: marcato accento napoletano, malgrado gli oltre 50 anni in quel di Bari, tifoso del Napoli e cultore della smorfia napoletana durante le tombolate natalizie, mio nonno era un napoletano doc, tranne che per un piccolo particolare…non era napoletano!
Era nato infatti nel 1918 a Bagnara Calabra, piccolo centro costiero sullo Stretto, da una famiglia rigorosamente calabrese, da innumerevoli generazioni. Sin da piccolo si era trasferito con i genitori a Napoli e qui ha vissuto la giovinezza, prima di trovare carriera e amore a Bari. Né le radici familiari né la lunga permanenza barese hanno minimamente scalfito quei pochi anni napoletani, gli anni della formazione, così importanti per plasmare la sua identità.
Mia nonna Annunziata era invece nata a Crispiano, nei pressi di Taranto. Lì erano nati i suoi genitori, mentre i suoi nonni e bisnonni vivono nel territorio che va dal capoluogo ionico alla Valle d’Itria. La sua bisnonna materna invece era di Alberobello: di lei conservo una vecchia foto, l’unica fotografia che posseggo di un mio quadrisavolo.

Identità e radici storiche: ognuno di noi porta in sé tante sfaccettature, tra questa varietà possiamo pescare liberamente per costruire la nostra identità. La ricerca sui nostri antenati ci permette di approfondire questi aspetti e di dare nuove sorprendenti risposte alla domanda: Chi siamo?
Vi ho mai raccontato del mio avo ungherese?
Se anche tu vuoi riscoprire chi erano e da dove venivano i tuoi antenati richiedi una ricerca genealogica
Fonti:
– Archivio di Stato di Reggio Calabria, comune di Bagnara Calabra, registro dei nati, anno 1839, atto n° 147
– Fotografia di Maria Martellotta (Archivio privato famiglia Calabretti, vietata la riproduzione)